martedì 18 maggio 2010

mente / corpo






La mente è la forma più sottile di questo corpo fisico che è la manifestazione esteriore e grossolana della mente. Esso è cioè la forma modellata della mente per la sua espressione. Così, quando questa è insensibile e rozza, il corpo rispecchierà lo stesso stato. La mente fa riflettere molto chiaramente sul viso i suoi vari stati, anche i più interni, i quali possono essere facilmente osservati da un uomo intelligente ed intuitivo. Il viso è lo specchio fedele della mente, così come la lingua tradisce le condizioni fisiologiche dello stomaco e del fegato. Il corpo perciò segue la mente. Gli occhi, che rappresentano le finestre della mente, testimoniano le condizioni e lo stato mentale. C'è uno strumento telegrafico perfezionatissimo negli occhi, che trasmette i messaggi di malattia od i pensieri di tradimento, di frode, di puro amore, di compassione, di devozione, di depressione, di tristezza, di pace, di armonia, di salute, di potenza ed altro. Il volto è paragonabile ad un cartello pubblicitario, sul quale è riportato quello che avviene all'interno della mente. Infatti è veramente difficile nascondere i propri pensieri. Qualche volta si può pensare di averli tenuti segreti, ma costoro che credono ciò, sono in errore. I pensieri di concupiscienza, cupidigia, gelosia, rabbia, vendetta, odio ed altri immediatamente lasciano la loro profonda traccia sul volto di ognuno. Il viso è una fedele impronta e un sensibile apparato di registrazione di tutti i pensieri nobili o distruttivi, che si affacciano alla mente. Il volto è un brillante specchio che indica la natura reale della parte psichica ed i suoi contenuti in un particolare momento. Colui che pensa di poter nascondere completamente i propri pensieri è uno sciocco. Ma la faccia invece è come il disco di un grammofono. Qualsiasi cosa pensiate, specialmente i pensieri distruttivi, questa viene incisa subito sul viso. Dalla natura dei segni sul volto, si può immediatamente leggere lo stato della mente e diagnosticare la malattia, poichè la mente è intimamente connessa al corpo. Ma se la mente agisce sul corpo, anche il corpo reagisce sulla mente. Una pura, equilibrata e sana mente, significa un corpo sano. Il dolore della mente invece lo indebolisce.


Swami Sivananda

il fiume




Quello che hanno scoperto con scientifica sicurezza a forza di studiare i fiumi, tutti i fiumi, hanno scoperto che non sono matti, è la loro natura di fiumi che li obbliga a quel girovagare continuo, e perfino esatto, tanto che tutti, dico tutti, alla fine, navigano per una strada tre volte più lunga del necessario, anzi, per essere esatti, tre volte virgola quattordici, giuro, il famoso pi greco, non ci volevo credere, in effetti, ma pare che sia proprio così, devi prendere la loro distanza dal mare, moltiplicarla per pi greco e hai la lunghezza della strada che effettivamente fanno, il che, ho pensato, è una gran figata, perché, ho pensato, c’è una regola per loro vuoi che non ci sia per noi, voglio dire, il meno che ti puoi aspettare è che anche per noi sia più o meno lo stesso, e che tutto questo sbandare da una parte e dall’altra, come se fossimo matti, o peggio smarriti, in realtà è il nostro modo di andare diritti, modo scientificamente esatto, e per così dire già preordinato, benché indubbiamente simile a una sequenza disordinata di errori, o ripensamenti, ma solo in apparenza perché in realtà è semplicemente il nostro modo di andare dove dobbiamo andare, il modo che è specificatamente nostro, la nostra natura, per così dire, cosa volevo dire?, quella storia dei fiumi, sì, è una storia che se ci pensi è rassicurante, io la trovo molto rassicurante, che ci sia una regola oggettiva dietro a tutte le nostre stupidate, è una cosa rassicurante, tanto che ho deciso di crederci, e allora, ecco, quel che volevo dire è che mi fa male vederti navigare curve da schifo come quella di Couverney, ma dovessi anche andare ogni volta a guardare un fiume, ogni volta, per ricordarmelo, io sempre penserò che è giusto così, e che fai bene ad andare, per quanto solo a dirlo mi venga da spaccarti la testa, ma voglio che tu vada, e sono felice che tu vada, sei un fiume forte, non ti perderai…

Alessandro Baricco

lunedì 10 maggio 2010

Zen

Un monaco domandò al maestro Nan-ch'uan: "Che cos'è lo Zen?"
"È la vita di tutti i giorni."
"E come ci si avvicina ad esso?"
"Più cerchi di avvicinarti, più te ne allontani."





Commento: Non c'è bisogno di cercare il sacro nei templi e nelle scritture; il divino si esprime nelle cose semplici e quotidiane. E qui sta anche il senso, la verità, dell'esistenza. Siamo quindi tanto più vicini alla Via, al Tao o a Dio, quanto più viviamo esperienze essenziali, naturali. E tanto più ce ne allontaniamo, quanto più introduciamo elementi artificiali, mentali. Anche lo sforzo deliberato, l'intenzione calcolata, ci impedisce di raggiungere l'obiettivo, frappone un ostacolo che ci preclude di essere spontanei. "che cos'è lo Zen?" fu chiesto a Pai-chang. E lui rispose: "Mangia quando hai fame, dormi quando hai sonno". Anziché ricercare sempre nuovi stimoli, riconsideriamo i fatti essenziali della vita alla luce di questa nuova consapevolezza.