lunedì 13 dicembre 2010

"Il maestro arriva quando l'allievo è pronto."

E rieccomi ad esprime i miei pensieri,
questa volta vorrei soffermarmi sul titolo di questo post:



"Il maestro arriva quando l'allievo è pronto."

direi che momento migliore non esista se non questo,
la vita mi ha messo dinanzi ad una nuova prova,
una nuova sfida,
una nuova possibilità di cambiare e crescere
come ho sempre cercato di fare
da quando mi si è aperta questa finestra interiore.



Non sono mai stato un allievo molto diligente, 
anzi, un pò ribelle e anarchico nel mio vivere 
la scuola, qua non è un istituzione la mia maestra 
ma è la vita che mi pone dinanzi questo nuovo esame
che volente o nolente devo affrontare, e affrontare al meglio,
così come mi ha insegnato nelle passate lezioni,
  mi fermo un attimo,
medito per trovare il mio "io"
e di nuovo a cercare la consapevolezza di sè
per riprendere in mano le redini del mio futuro.


lunedì 29 novembre 2010

orchestra




Armonizzati, trova la tua nota, e falla risuonare forte e chiara, poiché sei parte della vasta orchestra della vita.
Hai un tuo ruolo specifico da interpretare, non cercare quindi di recitare quello di qualcun altro.
Cerca e trova il tuo, ed attieniti ad esso.
Quando avrai imparato a fare questo, andrà tutto bene per te, anzi benissimo.
Le anime che cercano invece di suonare la nota di un altro si troveranno in disarmonia con il tutto.
Non cercare mai di essere come qualcun altro o di fare quello che altri stanno facendo: non voglio che siate tutti uguali, come piselli in un baccello.
Ho bisogno che siate diversi, ognuno con le proprie doti e qualità. Un'orchestra composta da strumenti tutti uguali tra loro sarebbe davvero monotona, mentre più sono gli strumenti che si fondono in un'armonia orchestrale perfetta, e migliore e più ricco sarà il suono che ne verrà fuori...

Eileen Caddy


martedì 23 novembre 2010

change





La vita non è un cammino semplice e lineare lungo il quale possiamo procedere liberamente e senza intoppi, ma piuttosto un intricato labirinto attraverso il quale dobbiamo trovare la nostra strada, spesso smarriti e confusi, talvolta imprigionati in un vicolo cieco, ma sempre se abbiamo fede, si aprirà una porta: forse non quella che ci saremmo aspettati, ma certamente quella che alla fine si rivelerà la migliore per noi!
 

A. J. Cronin

venerdì 19 novembre 2010

Non sono semplici cartoni




Questa sera voglio scrivere un discorso davvero molto profondo ed intenso tratto da un cartone animato, i Cavalieri dello Zodiaco.
Il discorso vede come protagonisti Shaka de Virgo, cavaliere d'oro della sesta casa e il Buddha di cui sembra essere la reincarnazione.

Buddha: Virgo, Virgo... perchè sei così triste? Che cosa può inquietare così un bambino di soli 6 anni? Che cosa spegne il tuo sorriso?
Virgo: Oggi ho assistito alle cerimonie funebri sulle sacre acque del Gange, ho visto pellegrini che provenivano da tutta l'India e che facevano un bagno rituale. L'acqua, l'elemento in cui nasce la  vita accompagna nell'ultimo viaggio coloro che l'hanno lasciata.
Spesso mi domando perchè il paese in cui sono nato sia così povero, perchè il destino di chi viene al mondo è segnato dal dolore e dalla sofferenza, perchè?Buddha: Virgo, è questo che ti rattrista?
Virgo: Si, perchè nascere solo per soffrire?Buddha: Non è così... dov'è il dolore è anche il piacere e dov'è il piacere è anche il dolore. Come sboccia la chiusa il fiore appassisce; tutto muta, la vita è un perenne cambiamento, ogni causa ha un effetto e ogni inizio condurrà ad una fine.
Virgo
: Però in attesa della fine inevitabile, l'uomo vive giorno dopo giorno un'esistenza colma di dolore, e se anche amore e gioia alleviano la sofferenza, la vita come ha avuto inizio così dovrà terminare, ponendo fine a tutto quanto. Perchè allora nasciamo? E questa la domanda che non mi da pace. Perche la vita comincia se prima o poi è destinata a concludersi?Buddha: Dimentichi una cosa fondamentale Virgo.
Virgo: Che cosa?
Buddha: La morte non è la fine di tutto, è solo... una trasformazione.

lunedì 27 settembre 2010

luce



"Ci sono due modi per diffondere la luce: essere la candela o lo specchio che la riflette."

Anonimo

martedì 21 settembre 2010


"Strano come una discesa vista dal basso somigli tanto a una salita."

Anonimo

mercoledì 15 settembre 2010

presenza/esistenza




"La goccia d'acqua del fiume non si chiede quanto sia utile la sua esistenza. Essa è il fiume."
Proverbio cinese

lunedì 6 settembre 2010

carpa koi




La gigantesca Carpa Koi è uno dei simboli giapponesi che viene spesso inserito all’interno delle composizioni in stile classico giapponese, e non solo. Il simbolo del pesce, bellissimo per la sua particolare colorazione e dalle sfumature brillanti ( che vanno dal bianco all’oro) racchiude in se nobili virtu.

Nella tradizione giapponese la carpa Koi dopo aver risalito la corrente del Fiume Giallo venne tramutata dagli dei in Drago (altra figura mitologica e divina della simbologia giapponese).

Perciò la Carpa Koi viene associata con le qualità come l’intraprendenza e il coraggio: la forte volonta di andare avanti che riesce a far superare qualunque ostacolo e che fa raggiungere i propri obbiettivi.


L’altro simbolo spesso associato alla Carpa per le affinità nei significati è il Giovane Kintaro. Il giovane, famoso per le storie che lo descrivevano talmente forte da poter frantumare le pietre a mani nude, visse la sua gioventu nelle foreste. Un giorno un uomo, che si presentò come un taglialegna, chiese al ragazzo di mostrargli la sua forza. In verità l’uomo era un generale dell’esercito imperiale che dopo essersi assicurato della veriticità delle voci che correvano sul giovane, si svelò alla madre. Gli chiese di affidargli il giovane per farlo arruolare nell’esercito e farlo diventare un famoso samurai. Lei accetto con gran dolore ma fiduciosa che fosse la scelta giusta per il futuro del figlio. La previsione del generale si avverò e Kintaro dopo un po di tempo divenne capo delle forze armate della capitale.

Il ragazzo d’oro viene rappresentato con un corpo atletico senza indumenti cose da poter mostrare la massiccia muscolatura. La forza e il coraggio sono i valori a lui associatogli.

chi conosce questo anime potrà scoprire molte particolarità sul suo personaggio dalla descrizione soprastante :D

venerdì 27 agosto 2010

cambiamento





"Ci disse...Non dite che siamo pochi, o che l'impegno è troppo grande per noi...Forse, due o tre ciuffi di nubi sono pochi in un angolo di cielo d'estate? In un momento si stendono ovunque..arrivano i lampi, scoppiano i tuoni e piove su tutto...Non dite che siamo pochi...Bastano anche pochi per cambiare tante cose.."

lunedì 23 agosto 2010

martedì 27 luglio 2010

mare


...perchè tu mi culli tra mille coccole e tenerezza, facendo della mia mente un mare calmo...

giovedì 22 luglio 2010

la macchia nera




Una volta, un maestro fece una macchiolina nera nel centro di un bel foglio di carta bianco e poi lo mostrò agli allievi.
"Che cosa vedete?", chiese.
"Una macchia nera!", risposero in coro.
"Avete visto tutti la macchia nera che è piccola piccola", ribatté il maestro, "e nessuno ha visto il grande foglio bianco".
La vita è una serie di momenti: il vero successo sta nel viverli tutti. Non rischiare di perdere il grande foglio bianco per inseguire una macchiolina nera.
Perché il grande foglio bianco è la tua isola, ed è proprio davanti a te!
Così sono gli uomini: capaci solo di vedere le macchie nere, non sanno riconoscere l'immenso foglio bianco che è la loro vita. Tutti noi dovremmo essere, invece, consapevoli, che, nonostante le macchie nere della nostra esistenza, c'è, anche se nascosto, un bel foglio bianco, simbolo della vita, che vale sempre la pena di essere vissuta.

mercoledì 14 luglio 2010

ricerca




Non c'è bisogno di cercare il sacro nei templi e nelle scritture; il
divino si esprime nelle cose semplici e quotidiane. E qui sta anche il
senso, la verità, dell'esistenza. Siamo quindi tanto più vicini alla
Via, al Tao o a Dio, quanto più viviamo esperienze essenziali,
naturali.

lunedì 5 luglio 2010

L'albero generoso, di Shel Silverstein




C'era una volta un albero che amava un bambino. Il bambino veniva a visitarlo tutti i giorni. Raccoglieva le foglie con le quali intrecciava corone per giocare al re della foresta. Si arrampicava sul tronco dell'albero e dondolava attaccato ai rami. Ne mangiava i frutti e poi, insieme, albero e bambino giocavano a nascondino.

Quando era stanco, il bambino si addormentava all'ombra dell'albero, mentre le fronde gli cantavano la ninna-nanna.

Il bambino amava l'albero con tutto il suo piccolo cuore.

E l'albero era felice.

Ma il tempo passò e il bambino crebbe.

Ora che il bambino era grande, l'albero rimaneva spesso solo.

Un giorno il bambino venne a vedere l'albero e l'albero gli disse:

"Avvicinati, bambino mio, arrampicati sul mio tronco e fai l'altalena con i miei rami, mangia i miei frutti, gioca alla mia ombra e sii felice".

"Sono troppo grande ormai per arrampicarmi sugli alberi e per giocare", disse il bambino. "Io voglio comprarmi delle cose e divertirmi. Voglio dei soldi. Puoi darmi dei soldi?".

"Mi dispiace!, ripose l'albero, "ma io non ho soldi. Ho solo foglie e frutti. Prendi i miei frutti, bambino mio, e va' a venderli in città. Così avrai dei soldi e sarai felice".

Allora il bambino si arrampicò sull'albero, raccolse tutti i frutti e li portò via.

E l'albero fu felice.

Ma il bambino rimase molto tempo senza ritornare... E l'albero divenne triste.

Poi un giorno il bambino tornò; l'albero tremò di gioia e disse:

"Avvicinati, bambino mio, arrampicati sul mio tronco e fai l'altalena con i miei rami e sii felice".

"Ho troppo da fare e non ho tempo di arrampicarmi sugli alberi", rispose il bambino. "Voglio una casa che mi ripari", continuò. "Voglio una moglie e voglio dei bambini, ho dunque bisogno di una casa. Puoi darmi una casa?".

"Io non ho una casa", disse l'albero. "La mia casa è il bosco, ma tu puoi tagliare i miei rami e costruirti una casa. Allora sarai felice".

Il bambino tagliò tutti i rami e li portò via per costruirsi una casa.

E l'albero fu felice.

Per molto tempo il bambino non venne. Quando ritornò, l'albero era così felice che risuciva a malapena a parlare.

"Avvicinati, bambino mio", mormorò, "vieni a giocare".

"Sono troppo vecchio e troppo triste per giocare", disse il bambino. Voglio una barca per fuggire lontano da qui. Tu puoi darmi una barca?".

"Taglia il mio tronco e fatti una barca", disse l'albero. "Così potrai andartene ed essere felice".

Allora il bambino tagliò il tronco e si fece una barca per fuggire.

E l'albero fu felice... ma non del tutto.

Molto molto tempo dopo, il bambino tornò ancora.

"Mi dispiace, bambino mio", disse l'albero, "ma non resta più niente da donarti. Non ho più frutti".

"I miei denti sono troppo deboli per dei frutti", disse il bambino.

"Non ho più rami", continuò l'albero, "non puoi più dondolarti".

"Sono troppo vecchio per dondolarmi ai rami", disse il bambino.

"Non ho più il tronco", disse l'albero. "Non puoi più arrampicarti".

"Sono troppo stanco per arrampicarmi", disse il bambino.

"Sono desolato", sospirò l'albero. "Vorrei tanto donarti qualcosa... ma non ho più niente. Sono solo un vecchio ceppo. Mi rincresce tanto...".

"Non ho più bisogno di molto, ormai", disse il bambino. "Solo un posticino tranquillo per sedermi e riposarmi. Mi sento molto stanco".

"Ebbene", disse l'albero, raddizzandosi quanto poteva, "ebbene, un vecchio ceppo è quel che ci vuole per sedersi e riposarsi. Avvicinati, bambino mio, siediti. Siediti e riposati".

Così fece il bambino.

E l'albero fu felice.

Questa sera siediti in un angolo tranquillo e aiuta il tuo cuore a ringraziare tutti gli "alberi" della tua vita.

lunedì 28 giugno 2010

l' amore...




Allora Almitra disse: Parlaci dell'Amore.

Ed egli sollevò il capo e guardò il popolo, e una gran pace discese su di loro.

E a voce alta disse:

Quando l'amore vi fa cenno, seguitelo,

Benché le sue strade siano aspre e scoscese.

E quando le sue ali vi avvolgono, abbandonatevi a lui,

Benché la spada che nasconde tra le penne possa ferirvi.

E quando vi parla, credetegli,

Anche se la sua voce può mandare in frantumi i vostri sogni come il vento del nord lascia spoglio il giardino.

Perché come l'amore v'incorona così vi crocifigge.

E come per voi è maturazione, così è anche potatura.

E come ascende alla vostra cima e accarezza i rami più teneri che fremono al sole,

Così discenderà alle vostre radici che scuoterà dove si aggrappano con più forza alla terra.

Come fastelli di grano, vi raccoglierà.

Vi batterà per denudarvi.

Vi passerà al crivello per liberarvi dalla pula.

Vi macinerà fino a farvi farina.

Vi impasterà fino a rendervi plasmabili.

E poi vi assegnerà al suo fuoco sacro, perché possiate diventare il pane sacro nei sacri conviti di Dio.

Tutto questo farà in voi l'amore, affinché conosciate i segreti del cuore,

e in quella conoscenza diventiate un frammento del cuore della Vita.

Ma se avrete paura, e cercherete soltanto la pace dell'amore ed il piacere dell'amore,

Allora è meglio che copriate le vostre nudità, e passiate lontano dall'aia dell'amore,

Nel mondo senza stagioni dove potrete ridere, ma non tutto il vostro riso, e piangere, ma non tutto il vostro pianto.

. . . . .

L'amore non dà nulla all'infuori di sé, né prende nulla se non da se stesso.

L'amore non possiede né vuol essere posseduto,

Perché l'amore basta all'amore.

Quando amate non dovreste dire: "Dio è nel mio cuore" ma, semmai, "sono nel cuore di Dio".

E non crediate di guidare il corso dell'amore,

poiché l'amore, se vi trova degni, guiderà lui il vostro corso.

L'amore non desidera che il proprio compimento.

Ma se amate e quindi avete desideri, i vostri desideri siano questi:

Sciogliersi e farsi simili a un ruscello che scorra e canti alla notte la sua melodia.

Conoscere il martirio della troppa tenerezza.

Esser feriti dal vostro proprio intendere l'amore,

E sanguinare di buon grado, gioiosamente.

Svegliarsi all'alba con un cuore alato e dire grazie a un nuovo giorno d'amore;

Riposare nell'ora meridiana e meditare sull'estasi amorosa;

Tornare a casa con gratitudine la sera;

E addormentarsi con una preghiera per chi amate nel cuore, e un canto di lode sulle labbra.

lunedì 14 giugno 2010

un idea...


cos'è un idea?
un lampo che attraversa la mente e partorisce qualcosa di unico?
io sò solo che avere delle idee fuori dagli schemi è bello
sopratutto se si realizzano con le persone amate
e gli amici più temerari.

e propio così che 4 anni fà mi venne
un idea stravagante, semplice,
low cost e divertente....

"LA GOMMONATA SUL NAVIGLIO"

la prima volta eravamo in 4 persone,
compreso me e tre amici, oggi
dopo 4 anni son felice di aver raggiunto le 30
persone partecipanti tra cui gente che non conosco
o amici che non vedevo da anni...


Vi ringrazio tutti per aver supportato l' idea di questo individuo!

martedì 1 giugno 2010

ajna, il sesto chakra


Sesto Chakra, situato approssimativamente tra le sopracciglia, Ajna è il famoso Terzo occhio caro all'iconografia hinduista. È connesso con la ghiandola pituitaria, o ipofisi, come all'ipotalamo. E' per lui dunque che otteniamo il Dono della veggenza.

Questo Chakra ha un rapporto diretto con le zone di visualizzazione psichica situata, dietro gli orecchi. Si potrebbe dire che è la punta di un triangolo di cui la base sarebbe una linea che unisce queste due zone di visualizzazione. Subendo la loro influenza, ci esercitiamo con l'energia di kundalini che sale dal primo Chakra, e ci porta alla virtù della moderazione.

SIGNIFICATO:

il suo nome in sanscrito è Aijna, che significa Conoscere, Percepire ed anche Comandare.È topograficamente localizzato al centro della fronte, circa due dita al di sopra della radice del naso;
Questo chakra è collegato alla ghiandola pituitaria, al controllo del sistema ormonale, al cervelletto ed al S.N.C.
Le patologie riferibili a questo chakra riguardano i disturbi visivi ed i disturbi del S.N.C. e del S.N.A.
Questo centro energetico è importante più che per la sua correlazione con disturbi di tipo fisico, soprattutto per il suo alto significato psichico.
Ad esso è correlata la capacità di equilibrio psicospirituale, la corretta percezione di se in relazione a se stessi ed in relazione all'esistente, ad un livello energetico che possiamo definire intuitivo, sensitivo, quindi oltre la mente; probabilmente è a disfunzioni di questi chakra che si possono far risalire patologie psichiatriche gravi, come ad esempio la schizofrenia.
Occorre tenere presente che il sesto chakra viene anche chiamato "terzo occhio", cioè è quell'occhio non fisico che è in grado di percepire in modo anche oltre il mentale, la realtà più profonda dell'esistenza, sconfinando dal copo-mente nella dimensione dello spirito.
Inoltre, poiché esso e associato alla regolazione di tutti i cicli dei vari piani della persona (fisici, mentali, emozionali, spirituali) occorre fare la seguente considerazione: ogni ciclo è una oscillazione di tipo bipolare, per cui metaforicamente, ma poi neppure tanto, è caratteristica intrinseca del sesto chakra il passaggio dalla luce al buio, anche in senso metafisico; da questo si evidenzia come il "buio dell’anima", spesso catalogato come depressione o peggio, possa essere riferito alla sua disfunzione.

martedì 18 maggio 2010

mente / corpo






La mente è la forma più sottile di questo corpo fisico che è la manifestazione esteriore e grossolana della mente. Esso è cioè la forma modellata della mente per la sua espressione. Così, quando questa è insensibile e rozza, il corpo rispecchierà lo stesso stato. La mente fa riflettere molto chiaramente sul viso i suoi vari stati, anche i più interni, i quali possono essere facilmente osservati da un uomo intelligente ed intuitivo. Il viso è lo specchio fedele della mente, così come la lingua tradisce le condizioni fisiologiche dello stomaco e del fegato. Il corpo perciò segue la mente. Gli occhi, che rappresentano le finestre della mente, testimoniano le condizioni e lo stato mentale. C'è uno strumento telegrafico perfezionatissimo negli occhi, che trasmette i messaggi di malattia od i pensieri di tradimento, di frode, di puro amore, di compassione, di devozione, di depressione, di tristezza, di pace, di armonia, di salute, di potenza ed altro. Il volto è paragonabile ad un cartello pubblicitario, sul quale è riportato quello che avviene all'interno della mente. Infatti è veramente difficile nascondere i propri pensieri. Qualche volta si può pensare di averli tenuti segreti, ma costoro che credono ciò, sono in errore. I pensieri di concupiscienza, cupidigia, gelosia, rabbia, vendetta, odio ed altri immediatamente lasciano la loro profonda traccia sul volto di ognuno. Il viso è una fedele impronta e un sensibile apparato di registrazione di tutti i pensieri nobili o distruttivi, che si affacciano alla mente. Il volto è un brillante specchio che indica la natura reale della parte psichica ed i suoi contenuti in un particolare momento. Colui che pensa di poter nascondere completamente i propri pensieri è uno sciocco. Ma la faccia invece è come il disco di un grammofono. Qualsiasi cosa pensiate, specialmente i pensieri distruttivi, questa viene incisa subito sul viso. Dalla natura dei segni sul volto, si può immediatamente leggere lo stato della mente e diagnosticare la malattia, poichè la mente è intimamente connessa al corpo. Ma se la mente agisce sul corpo, anche il corpo reagisce sulla mente. Una pura, equilibrata e sana mente, significa un corpo sano. Il dolore della mente invece lo indebolisce.


Swami Sivananda

il fiume




Quello che hanno scoperto con scientifica sicurezza a forza di studiare i fiumi, tutti i fiumi, hanno scoperto che non sono matti, è la loro natura di fiumi che li obbliga a quel girovagare continuo, e perfino esatto, tanto che tutti, dico tutti, alla fine, navigano per una strada tre volte più lunga del necessario, anzi, per essere esatti, tre volte virgola quattordici, giuro, il famoso pi greco, non ci volevo credere, in effetti, ma pare che sia proprio così, devi prendere la loro distanza dal mare, moltiplicarla per pi greco e hai la lunghezza della strada che effettivamente fanno, il che, ho pensato, è una gran figata, perché, ho pensato, c’è una regola per loro vuoi che non ci sia per noi, voglio dire, il meno che ti puoi aspettare è che anche per noi sia più o meno lo stesso, e che tutto questo sbandare da una parte e dall’altra, come se fossimo matti, o peggio smarriti, in realtà è il nostro modo di andare diritti, modo scientificamente esatto, e per così dire già preordinato, benché indubbiamente simile a una sequenza disordinata di errori, o ripensamenti, ma solo in apparenza perché in realtà è semplicemente il nostro modo di andare dove dobbiamo andare, il modo che è specificatamente nostro, la nostra natura, per così dire, cosa volevo dire?, quella storia dei fiumi, sì, è una storia che se ci pensi è rassicurante, io la trovo molto rassicurante, che ci sia una regola oggettiva dietro a tutte le nostre stupidate, è una cosa rassicurante, tanto che ho deciso di crederci, e allora, ecco, quel che volevo dire è che mi fa male vederti navigare curve da schifo come quella di Couverney, ma dovessi anche andare ogni volta a guardare un fiume, ogni volta, per ricordarmelo, io sempre penserò che è giusto così, e che fai bene ad andare, per quanto solo a dirlo mi venga da spaccarti la testa, ma voglio che tu vada, e sono felice che tu vada, sei un fiume forte, non ti perderai…

Alessandro Baricco

lunedì 10 maggio 2010

Zen

Un monaco domandò al maestro Nan-ch'uan: "Che cos'è lo Zen?"
"È la vita di tutti i giorni."
"E come ci si avvicina ad esso?"
"Più cerchi di avvicinarti, più te ne allontani."





Commento: Non c'è bisogno di cercare il sacro nei templi e nelle scritture; il divino si esprime nelle cose semplici e quotidiane. E qui sta anche il senso, la verità, dell'esistenza. Siamo quindi tanto più vicini alla Via, al Tao o a Dio, quanto più viviamo esperienze essenziali, naturali. E tanto più ce ne allontaniamo, quanto più introduciamo elementi artificiali, mentali. Anche lo sforzo deliberato, l'intenzione calcolata, ci impedisce di raggiungere l'obiettivo, frappone un ostacolo che ci preclude di essere spontanei. "che cos'è lo Zen?" fu chiesto a Pai-chang. E lui rispose: "Mangia quando hai fame, dormi quando hai sonno". Anziché ricercare sempre nuovi stimoli, riconsideriamo i fatti essenziali della vita alla luce di questa nuova consapevolezza.

lunedì 19 aprile 2010

tears


"Il vero amico riesce a distinguere le lacrime sul tuo viso, anche sotto la pioggia."
Anonimo


spero che le tue lacrime siano asciugate
e cullate dalla persona giusta,
spero che riesca a risolvere questo ennesima perturbazione
nel tuo cosmo
per finalmente ritrovare la serenità e tranquillità
che tanto ti meriti...

mercoledì 31 marzo 2010

attesa


"L'attesa attenua le passioni mediocri e aumenta le grandi."

François De La Rochefoucauld


cosa stò attendendo?
cosa stò cercando?
cosa mi aspetto?

domande a cui non sò dare risposta
o non voglio dar risposta...
sta tutto racchiuso in questa piccola differenza di pensiero
la mia inquietudine, almeno credo


attendo seduto su una balconata mentre ammiro questo mondo fantastico
e i suoi personaggi unici che la vivono o si fanno vivere da essa.

martedì 23 marzo 2010

aspettando il vento...


"Due persone possono andare d'accordissimo, parlare di tutto ed essere vicine.
Ma le loro anime sono come fiori, ciascuno ha la sua radice in un determinato posto
e nessuno può avvicinarsi troppo all'altro senza abbandonare la sua radice,
cosa peraltro impossibile. I fiori effondano il loro profumo e spargono il loro seme
perché vorrebbero avvicinarsi, ma il fiore non può fare niente
perché il seme giunga nel posto giusto;
tocca al vento che va e viene come vuole."

~ Herman Hesse - Knulp, storie di un vagabondo ~

lunedì 15 marzo 2010

bianco e nero



"Mi rendo conto che per alcuni di noi tutto o è bianco o è nero, buono o cattivo.

Credo che questo comportamento, porti ad etichettare le persone per poi comportarsi nei confronti di queste come se tali definizioni fossero l'unica verità.

In pratica questo atteggiamento, che non permette di vedere le tantissime sfumature che stanno nel mezzo, fa si che ogni granello di sabbia diventi una montagna.

Tendenzialmente, questi comportamenti, portano ad analizzare le cose solo dal punto di vista negativo; in realtà tutto ciò non riflette affatto la realtà, ma solo l'interpretazione che di questa viene data, indipendentemente che sia corretta o meno.

Credo che atteggiamenti così negativi non aiutino certo a vivere bene la propria esistenza, in quanto inducono a pensare che, quando qualcuno si comporta in modo tale da ferire i sentimenti, lo faccia con intenzionalità, mentre in realtà, essendo sulla difensiva, arrabbiati, rancorosi, si riesce a trasformare anche uno scherzo in un insulto preventivato.

Questa forma di pensiero categorico, secondo me, potrebbe essere una forma di malcelato pessimismo." - scritto trovato sul web -


c'è un passo di questo scritto che mi ha fatto riflettere molto...sono rancoroso?arrabbiato? in difensiva? non pensavo di esserlo ma riflettendoci su ammetto delle piccole debolezze che si potrebbero riscontrare in quelle parole semplici ma pesanti come macigni.

Il bianco e il nero...due non colori l'uno opposto all' altro, il bene e il male, lo yin e lo yang, il positivo e il negativo, l' ottimismo e il pessimismo...fin ora ho sempre scelto o uno o l' altro nella mia vita, mai sfumature, non ne sono capace...non riesco a guardare negli occhi le persone a cui ho dato bianco mentre io sono nero...non voglio miscelare i due colori per ottenere un grigio insipido e senza futuro, preferisco la scissione completa e disillusa dove ognuno riscopre se stesso e la sua sfera.

in futuro potrà tornare bianco da entrambe le parti ma...




venerdì 12 marzo 2010


seguendo una scia di candele
ho perso il mio desiderio,
seguendo una scia di candele
ho trovato me stesso,
seguendo una scia di candele
ho fatto del male,
seguendo una scia di candele
ho fatto del bene,
seguendo una scia di candele
mi son limitato a seguirla...

le candele possono essere paragonate ad emozioni
poichè brillano all' esterno
dando senso di luminosità ma prendono
al loro interno la forza di continuare
ad alimentare quella luce
finendo di spegnersi in se stessi
senza alcun preavviso.


amo le candele, la sensazione che donano quando rendono l' ambiente personale ed intimo, le fragranze che inondano la stanza mentre solitario rifletto su ciò che ho adesso, senza rimpianti per ciò che ho lasciato, così da poter alzare lo sguarsdo e puntare verso quel puntino lontano che mi chiama ogni giorno....in un moto costante e irreversibile.


lunedì 1 marzo 2010


"...Fata Morgana ha già cambiato ogni profilo Aspetto a parlare prima che l'illusione si sia mossa Poi scopro il confine che dall'infinito vola dentro di me..."
Litfiba




Anche se non viviamo nel deserto
la nostra mente ci crea dinanzi illusioni,
illusioni non visive ma emozionali
che ci fanno credere che qualcosa
stia succedendo o sia accaduto,
che quella persona stia entrando o uscendo
dalla nostra vita...


Come la fata morgana che
illude i suoi viaggiatori nel deserto
la stessa fata illude le sue persone anche nella vita quotidiana
dove riponiamo aspettative o difese
finendo per crearci delle illusioni.

martedì 23 febbraio 2010

serenità


"La serenità è ascoltare tra piante e cespugli la voce del vento e sentirsi parte dell'universo."

Anonimo














L'esser sereno, il sentirsi bene è una ricerca continua dell' esser umano,
tutti la cerchiamo
tutti la vogliamo
tutti ne vogliamo esser immersi
ma pochi sanno conquistarla.

C'è chi si aggrappa ad una religione,
chi si aggrappa ad uno status,
c'è chi la cerca nell' amore,
c'è chi per paura di perderla la evita,
c'è chi si rifugia in fatiscenze esperienze
ma la verità è che la serenità è dentro ognuno di noi
senza distinzione...noi siamo la nostra serenità,
gli unici che possono darci serenità siamo noi.


Quando riusciamo a stare soli con noi stessi
senza bisogno di fare e disfare
raggiungiamo una serenità autentica e completa,
in quel momento siamo forti,
capaci,
ascoltatori,
amici e
amanti...

la persona serena è capace di infondere con la sola presenza
la sua serenità alle altre persone come un ondata di energia che sprigiona dal suo corpo
in un moto incessante da far sembrare tutto bello e in sintonia con l' universo.


giovedì 18 febbraio 2010



"Gli ostacoli sono quelle cose spaventose che vedi quando togli gli occhi dalla meta."

Henry Ford


In ogni situazione della vita troviamo qualche ostacolo che ci si para dinanzi e sembra che non voglia togliersi dal nostro percorso, c'è chi torna sui suoi passi e gli gira le spalle, chiprova a passargli di fianco ma l' unico vincitore è chi prova a superare direttamente quell' ostacolo, magari cadendo e ricadendo più volte, ma in ogni caso lui è l' unico che ha capito che nessun ostacolo è insuperabile se c'è una volontà di superarlo.



lunedì 15 febbraio 2010

ciclo


"La morte di un bruco è la nascita di una farfalla"


La speranza è sempre nel migliorare mentre si cade nell' oblio dei pensieri e delle delusioni, in questo moto oscuro e solitario si maturano sensazioni ed emozioni diverse che liberano segmenti del nostro carattere messi a tacere o sconosciuti a noi stessi.

La farfalla è pronta a nascere solo nel momento in cui abbandoniamo la nostra terrena sensazione per dispiegare le ali e volare via come una farfalla nel cielo infinito e colorato ove incontrare altre farfalle.

questo moto non avrà mai fine poichè si può rimanere farfalla per poco tempo, la bellezza è temporanea...la crescita illimitata!

venerdì 12 febbraio 2010

SCELTE


Di tutte le parole scritte o pronunciate, queste sono le più tristi: "Avrebbe potuto essere!"

John Greenleaf Whittier


Tutti noi ogni giorno della nostra vita percorriamo un tratto della strada chiamata vita, ognuno la percorre a modo suo e con propi obbiettivi ma questa strada non è mai ad una sola corsia ma ne ha infinite. I personaggi più strani si incontrano percorrendola, facendoti conoscere esperienze ed emozioni sempre nuove e rinnovate in ogni loro gesto senza che ne siano consapevoli. La strada non è mai dritta e sicura ma è piena di bivi,salite,discese,curve e mille imprevisti che le danno quel colore che differenzia l' uno dall' altro e rende ogni uomo unico sulla terra.
L' ostacolo maggiore sono i bivi, nei quali si hanno diverse possibilità di scelta, e ogni passo in una o nell' altra direzione condiziona tutto il resto senza poter tornare sui propi passi e sono queste scelte che donano all' uomo il rimpianto di attimi passati cadendo nella frase "Avrebbe poptuto essere" che nasconde l' amarezza per una scelta, non sempre presa per il propio bene ma per il bene di tutti, finendo per distruggere quello che si aveva e quello che si voleva mantenere sotto una campana di vetro.